L’origine del nome della città risale, probabilmente, al latino “Magnus Ager” (grande campo), anche se non vi è concordanza di ipotesi sull’origine. Magnago fu il luogo d’origine della famiglia Magnaghi, probabilmente già dall’anno 1000.
Di questa famiglia ci sono pervenuti due stemmi. Il primo contenuto nel codice Trivulziano del 1390, presenta gigli d’oro, mentre il secondo, collocabile dal XV al XVII secolo, presenta bande azzurre.
Di questa famiglia ci sono pervenuti due stemmi. Il primo contenuto nel codice Trivulziano del 1390, presenta gigli d’oro, mentre il secondo, collocabile dal XV al XVII secolo, presenta bande azzurre.
Nel medioevo, Magnago era parte del contado della Bulgaria (con “capitale” Magenta), che dipendeva dalla Pieve di San Genesio di Dairago, una delle più importanti diocesi ambrosiane.
Con la graduale scomparsa dei contadini e l’affievolirsi della giurisdizione diretta di Milano, acquistarono importanza le figure dei consoli. Già dal XII secolo Magnago fece parte dei centri del Milanese in cui si diffondevano spinte autonomiste, le quali portarono alla nascita di diverse comunità singole. Magnago divenne un centro importante, come testimonia la presenza di ben quattro chiese nel territorio già a partire dal Duecento.
Nel XIV secolo la città possedeva anche un banco di notaria ufficio che solo centri di discreta importanza potevano vantare.
Durante il XIV e XV secolo, Magnago seguì le vicende della Milano sforzesca.
Nel 1538 il paese faceva parte di quelle terre della pieve di Dairago che furono cedute in feudo a Castellano Maggi. Il cambiamento non portò particolari cambiamenti a differenza di quanto accadde con il passaggio del territorio alla famiglia Croce (o Delle Croce), avvenuto nel 1652.
Con la graduale scomparsa dei contadini e l’affievolirsi della giurisdizione diretta di Milano, acquistarono importanza le figure dei consoli. Già dal XII secolo Magnago fece parte dei centri del Milanese in cui si diffondevano spinte autonomiste, le quali portarono alla nascita di diverse comunità singole. Magnago divenne un centro importante, come testimonia la presenza di ben quattro chiese nel territorio già a partire dal Duecento.
Nel XIV secolo la città possedeva anche un banco di notaria ufficio che solo centri di discreta importanza potevano vantare.
Durante il XIV e XV secolo, Magnago seguì le vicende della Milano sforzesca.
Nel 1538 il paese faceva parte di quelle terre della pieve di Dairago che furono cedute in feudo a Castellano Maggi. Il cambiamento non portò particolari cambiamenti a differenza di quanto accadde con il passaggio del territorio alla famiglia Croce (o Delle Croce), avvenuto nel 1652.
Secondo la leggenda, questo nobile casato meneghino fa risalire le proprie origini al mitico Giovanni da Rho, colui che per primo pose lo stendardo dei crociati sulle mura di Gerusalemme.
Dalle imprese dell’illustre antenato, trae ispirazione lo stemma di famiglia, il quale reca una croce rossa biforcata in campo bianco.
Da questo stemma e da quello antico dei da Magnago ha origine la stemma del comune di Magnago.
In epoca più recente (seconda metà del 1800) Magnago vide un notevole sviluppo economico ed industriale, anche grazie all’espandersi delle sue terre.
Nel 1869 un regio decreto unì sotto un unico comune i paesi di Magnago, Bienate e Vanzaghello (tornato poi autonomo).
Dalle imprese dell’illustre antenato, trae ispirazione lo stemma di famiglia, il quale reca una croce rossa biforcata in campo bianco.
Da questo stemma e da quello antico dei da Magnago ha origine la stemma del comune di Magnago.
In epoca più recente (seconda metà del 1800) Magnago vide un notevole sviluppo economico ed industriale, anche grazie all’espandersi delle sue terre.
Nel 1869 un regio decreto unì sotto un unico comune i paesi di Magnago, Bienate e Vanzaghello (tornato poi autonomo).
Testo tratto da “Blannate-Bienate, Bienate piccola storia del paese e della Cooperativa ‘scritto nel 1994 dalla Cooperativa Edificatrice di Consumo di Bienate”.